C’è chi fa le cose con calma, con metodo. Gente che si prende il tempo di riflettere, ponderare, analizzare pro e contro, fare liste, usare l’evidenziatore. Poi ci sono io.
Io le cose le faccio di corsa, di getto, di pancia. Come un velocista dell’anima, con lo starter in mano sempre pronto a sparare lo sparo: pronti, via!
Smettere di bere? Certo, ma solo all’improvviso, mica con quei percorsi progressivi dove si scala piano piano. No, io una mattina mi sveglio e decido che basta. Taglio netto, come con le frange di un vecchio amore.
Disturbi alimentari? Spariti in un giorno. Non chiedermi come. Un giorno erano lì, il giorno dopo erano già sul viale del tramonto con le valigie in mano. (O forse io li avevo semplicemente murati dentro qualche cantina emotiva, ma chi se ne importa dei dettagli.)
E scrivere un ebook? Facile. Lo decido, lo faccio. Non ci penso, non lo pianifico, non cerco consigli su YouTube tipo “come scrivere un libro in 30 giorni”. Io lo faccio in una giornata, di getto, col cuore in fiamme e le dita che corrono sulla tastiera come se stessi scappando da me stessa.
Il problema (ma anche il bello) è che non so fare le cose a metà. Non ho il tasto “pausa”. Ho solo “play” e “fast forward”. O tutto, o niente. O amore folle, o chiusura ermetica. O estasi, o autodistruzione. E no, non è che ci stia facendo una poesia: è proprio il mio modo di esistere.
Sì, forse non sono un essere umano “decente”, di quelli che fanno meditazione, hanno l’agenda con i colori, e bevono infusi rilassanti alle erbe. Ma sono io. Caotica, impulsiva, passionale. E questo libro – che tu ci creda o no – è nato così: come tutte le cose importanti della mia vita. Di corsa, ma con un cuore che batte a mille.