Dismorfismo Corporeo e Autoironia: Una Riflessione

Ah, il corpo. Quella cosa che ti segue sempre, che ogni giorno ti fa compagnia mentre lo guardi, lo scruti, lo critichi, lo disprezzi… ma che, alla fine, è proprio lì, a far da spettatore delle tue riflessioni esistenziali. E niente, nonostante la realtà ti dica che sei più in forma di una maratoneta, tu riesci a guardarti e pensare: “Mmm, oggi sembra che potrei essere la mascotte di una campagna anti-fast food.” È proprio il bello della percezione distorta, quella cosa che ti fa vedere un sacco di “cose” che gli altri non vedono, tipo quei due grammi di grasso invisibile che ti fanno sembrare un incrocio tra una polpetta e un cuscino da viaggio.

Ora, se parliamo di dismorfismo corporeo, è un po’ come essere una specie di artista – ma con uno specchio e una matita sbagliata. Ti guardi e pensi: “Ma come, ho messo il corpo sbagliato? Mi sono confusa con qualcun altro, vero?” Perché tu, che una volta pesavi 45 kg e ti sentivi comunque grassa (sì, hai letto bene, grassa), oggi ti guardi e dici: “Ah, ok, forse ho preso un paio di chili in più, ma sto camminando verso un futuro da supermodella…di quelli che mangiano gelato ogni giorno.”

Poi, succede la magia. Guardi una persona obesa e, senza alcun tipo di imbarazzo, le dici: “Guarda, siamo praticamente uguali!” Lui, il tuo moroso, ti guarda come se tu gli avessi appena detto di voler fare il giro del mondo in bicicletta con le ruote quadrate. “Ehi, scusa, ma noi non ci somigliamo affatto!” Ti guarda con una faccia che dice: “Cosa c’è che non va nella tua testa?” Perché ovviamente, secondo lui, sei una visione di grazia, anche quando indossi il pigiama con il gelato sopra (non giudichiamo, siamo tutti lì).

E poi, arriviamo alla parte drammatica, quella in cui pensi seriamente: “Forse se taglio via tutto il grasso, sarò finalmente in pace con me stessa.” Un’idea brillante! Se solo non fosse che il corpo non è un vestito che puoi “ritagliare” a tuo piacimento. Ma, hey, chi non ha pensato almeno una volta che se solo fosse più semplice, magari non sarebbe male una sessione di “body rebranding” nel weekend?

Ma alla fine, alla fine di tutto, nonostante le mille riflessioni tragiche, l’autoironia è il miglior trucco per sopravvivere. Perché se non riesci a ridere di questa guerra tra te e il tuo specchio, beh, allora è il caso di pensare che la guerra è persa, ma almeno con il sorriso, giusto?